Il calcio è in continuo e veloce cambiamento, le richieste nervose e fisiche che il calciatore deve soddisfare sono sempre più importanti, per tale motivo è necessario mantenere la miglior condizione di forma psicofisica il più a lungo possibile. Indipendentemente dalla categoria di appartenenza, tutti i calciatori, così come gli atleti di altre discipline sportive, che desiderano rimanere ad alto livello per diversi anni, accompagnano l’allenamento a uno stile di vita adeguato. L’obiettivo di questo articolo è fornire una spiegazione del termine “adeguato” sulla base di alcune evidenze scientifiche.
LA RICERCA
Nella figura 1 sono rappresentati tre grafici grazie ai quali è possibile visualizzare la presenza di articoli su PubMed che riguardano l’impatto dello stile di vita sulla salute, sulle performance sportive in generale e su quelle di atleti professionisti dal 1999 a dicembre 2022. I grafici permettono di comprendere che si tratta di un argomento relativamente nuovo, in notevole espansione negli ultimi anni favorito dalla pandemia causata dall’infezione da SARS-CoV-2. La maggior parte degli articoli sono stati pubblicati in piena pandemia, tra il 2020 e il 2021 a testimonianza dell’importanza dello stile di vita per le autorità scientifiche nella prevenzione, controllo e trattamento della COVID-19. Anche l’OMS è intervenuta affermando che uno stile di vita sano è associato a una miglior qualità della vita e rappresenta la prima forma di prevenzione verso la comparsa di disturbi o malattie croniche. A tal proposito diversi studi epidemiologici e interventistici hanno chiarito che la maggior parte delle malattie croniche (per esempio cancro, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari) sono alimentate da uno stile di vita non salutare. Sul rapporto stile di vita-salute sono stati pubblicati circa 20.000 articoli dal 1999 al 2022; per quanto riguarda la relazione stile di vita-performance sportive le pubblicazioni scendono a circa 500 e sono ancora meno quelle dedicate alle prestazioni sportive degli atleti professionisti. Questo significa che la ricerca dedicata alla promozione della salute ha compreso l’importanza delle regole comportamentali, mentre quella che si occupa di sport deve fare qualche passo in avanti in questa direzione. In paesi come Giappone o Inghilterra sono presenti diverse aziende e organizzazioni, talvolta finanziate e controllate dai Ministeri della Salute che si occupano di supportare gli atleti aiutandoli ad affrontare le esigenze richieste dallo sport e mantenendo il maggior livello prestativo possibile, oltre a ridurre così i rischi di infortuni grazie a regole comportamentali riguardanti lo stile di vita. Senza un adeguato stile di vita, la carriera sportiva è qualitativamente inferiore alle proprie possibilità, più breve e con maggior infortuni.
DI COSA SI TRATTA
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), su mandato del Ministero della Salute, ha definito lo stile di vita come l’insieme di comportamenti che gli individui assumono nella quotidianità che incidono in modo significativo sulla salute. In sostanza il modo in cui una persona vive e i suoi comportamenti hanno un ruolo decisivo sulla longevità e qualità della vita; di conseguenza un calciatore che ha uno stile di vita salutare crea la base fisiologica per esprimersi al meglio. A testimonianza dell’importanza di questo argomento, si sta sviluppando una nuova branca della medicina ossia la medicina dello stile di vita o Lifestyle Medicine, la quale – basandosi su evidenze scientifiche – utilizza approcci terapeutici incentrati sulla gestione dei fattori che condizionano lo stile di vita per prevenire, curare o fermare la progressione delle malattie croniche non trasmissibili (ad esempio cancro, diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie…) e migliorare le prestazioni psicofisiche individuali. In quest’ottica, per il preparatore sarà importante raccogliere il maggior numero di informazioni sullo stile di vita per calibrare al meglio gli allenamenti. L’intervista dei sintomi vaghi e aspecifici (MUS®, inquadra il QR code per leggerla ed eventualmente compilarla/proporla) rappresenta il primo step per ricavare le informazioni essenziali sullo stile di vita e il conseguente stato di salute dell’individuo. La manifestazione dei disturbi specificati è indice della presenza dei principali “nemici” della salute e delle performance sportive ossia stress e infiammazione. La presenza persistente dei disturbi elencati nell’intervista dei MUS® per un periodo superiore a sei mesi, è indice di stress cronico (Boschiero & Chrousos, 2015), condizione in cui è molto facile che il calciatore peggiori le performance sportive e sviluppi disturbi o infortuni. L’intervista MUS® è universalmente riconosciuta come marker a costo zero del livello di stress e infiammazione. È importante ricordare che l’infortunio così come il peggioramento delle performance atletiche ha una relazione diretta o indiretta con stress e infiammazione; di conseguenza è consigliato compilare l’intervista mensilmente per intervenire precocemente ed eliminare l’eventuale presenza di disturbi. L’obiettivo deve essere Zero MUS, in questo modo l’organismo sarà nelle condizioni fisiologiche ideali per esprimersi al meglio. I disturbi presenti nell’intervista compaiono a causa di comportamenti che l’individuo assume per abitudini scorrette o in risposta a elevati livelli di stress; tali disturbi possono scomparire solo modificando lo stile di vita.
In figura 2 sono rappresentati i principali fattori che determinano la qualità dello stile di vita di
un individuo. Il controllo e la gestione di tali parametri consentono a ogni individuo di migliorare il proprio stile di vita con i conseguenti benefici. Un calciatore che desidera una lunga carriera utilizzando al massimo il suo potenziale deve necessariamente prendersi cura di sé.
I FATTORI DECISIVI
Allenamento
Deve rappresentare uno stimolo che stressa l’organismo ma che non lo conduca verso l’overtraining, il quale rappresenta un pericolo per la salute del calciatore. In condizione di overtraining la salute è minacciata, di conseguenza cresce il rischio infortuni e la prestazione è fortemente ostacolata. Il primo elemento che si modifica quando un individuo si dirige verso l’overtraining è la frequenza cardiaca, o meglio alcune caratteristiche tecniche specifiche della frequenza cardiaca. Per tale motivo è possibile misurare un’eventuale condizione di questo tipo grazie a innovative misurazioni non invasive del sistema nervoso autonomo che in soli 5’ soddisfano questa richiesta.
Recupero
Il recupero psicofisico è mediato dall’attività del sistema neuroimmunoendocrino. La principale attività di recupero avviene durante la notte, in orari specifici che possono subire leggere variazioni sulla base delle abitudini individuali. Quelle di tipo fisiologico sono generalmente intorno a mezzanotte, alle tre e alle cinque del mattino a patto che l’organismo stia dormendo in modo profondo. Il riposo notturno rappresenta l’elemento cardine del recupero psicofisico e non è barattabile con nient’altro. Ogni individuo, negli orari indicati, ha un appuntamento quotidiano fisso con il recupero: o recupera in quei momenti o perde questa possibilità. Più appuntamenti persi corrispondono a più elevati livelli di stress e infiammazione con le note conseguenze negative. Fortunatamente, è possibile allenare e potenziare questi meccanismi di recupero; è stato dimostrato che diverse sessioni quotidiane d’allenamento del sistema nervoso da 5’, meglio conosciute come biofeedback respiratori, migliorano sensibilmente l’attività del sistema nervoso legata al recupero. Lo stesso vale per l’andare a dormire con livelli minimi di glicemia e con la digestione ultimata.
Nutrizione
La nutrizione deve mettere l’organismo dell’atleta nelle condizioni di funzionare meglio; l’imposizione alimentare può essere una fonte di stress e quindi aumentare la presenza dei MUS® con le conseguenze negative sulla prestazione sportiva. Per tale motivo è necessario misurare l’apporto alimentare durante un periodo di almeno una settimana al fine di conoscere le abitudini e intervenire di conseguenza. È inoltre importante sapere che il cibo stimola la produzione di alcuni ormoni e può favorire o ridurre lo stato infiammatorio; ecco che i cibi devono essere assunti nei momenti opportuni della giornata per evitare ripercussioni negative su stress e infiammazione. Oggi è possibile raccogliere le informazioni descritte tramite sistemi di intelligenza artificiale, i quali sulla base della compilazione individuale delle abitudini alimentari, memorizzano gli orari di assunzione del cibo ed elaborano i quantitativi di ogni elemento legato alla nutrizione (vitamine, minerali, carboidrati, proteine, grassi, colesterolo…) permettendo così a ogni individuo di conoscere con precisione i punti di forza e quelli critici della propria alimentazione.
Idratazione
Essendo l’acqua il principale elemento del corpo umano, l’idratazione costituisce un elemento fondamentale per l’atleta. L’indicazione approssimativa in merito è di bere circa il 4% (Boschiero, 2012) del peso totale al fine di soddisfare le richieste quotidiane di turn-over idrico; grazie a moderni dispositivi di analisi di composizione corporea, è possibile conoscere con precisione il fabbisogno idrico giornaliero.
Integrazione
Al pari della nutrizione, anche l’integrazione deve essere funzionale, ossia migliorare/aumentare le funzioni dell’organismo. Solo dopo aver raccolto in modo oggettivo le abitudini nutrizionali di un individuo, si può pensare di integrare per compensare eventuali carenze o per migliorare determinate funzioni organiche con integratori utilizzando prodotti certificati doping free.
Gestione dello stress
La gestione non adeguata dello stress porta alla comparsa di diversi MUS® con le conseguenti ripercussioni negative sia per quanto riguarda la salute sia le prestazioni sportive. I fattori che creano stress sono molti, ecco che è necessario quantificare la resilienza fisiologica allo stress. La prima funzione che l’organismo altera quando ha scarsa resilienza allo stress è la respirazione, questo causa minor disponibilità di ossigeno per muscoli e organi; tutto ciò significa che il calciatore si affatica molto di più con il conseguente rischio di infortuni. Oggi è possibile verificare e allenare il livello fisiologico di resilienza allo stress così come la respirazione grazie a specifici sensori che misurano l’attività del sistema nervoso autonomo.
Relax
Diversi allenatori fisici ritengono il relax importante tanto quanto l’allenamento. Un organismo che sta subendo gli effetti negativi dello stress ha necessità fisiologica di riposare sia a livello fisico sia psicologico. Le misurazioni descritte per controllare gli altri fattori dello stile di vita forniscono indicazioni precise su quando è opportuno inserire o aumentare le fasi di rilassamento.
CI VUOLE UN APPROCCIO INTEGRATO
Le evidenze scientifiche testimoniano che lo stile di vita ha un notevole impatto sulla salute così come sulle performance sportive. Al calciatore moderno è richiesto di essere quasi sempre nella massima condizione psicofisica; quando ciò non accade, la qualità delle prestazioni si riduce e cresce il pericolo di problematiche fisiche. Allenatori e calciatori devono sapere che è possibile raccogliere informazioni quotidiane sulla salute, in tempi rapidi e in modo non invasivo; a tal fine l’intervista dei MUS®, il monitoraggio e la gestione dei fattori determinanti lo stile di vita rappresentano validi mezzi per supportare le prestazioni. Quelle di alto livello possono essere mantenute nel tempo solo grazie a un approccio integrato che prevede il monitoraggio e la gestione di tutti i parametri riguardanti la performance sportiva, ossia l’allenamento fisico e i fattori legati allo stile di vita descritti. Per tale motivo questa modalità operativa può essere scelta come guida e supporto per il calciatore, sia a livello individuale che di squadra.